A quali preconcetti e imposizioni ci affidiamo inconsapevolmente ogni volta che giudichiamo il mondo intorno a noi e di riflesso un’opera d’arte? Cosa è “reale” e cosa è “surreale”? Questa è la grande domanda che si pone la società di oggi. Ed è da questo gioco di dubbi e provocazioni che trae ispirazione la nuova collezione Haute Couture Spring-Summer 2023 di Schiaparelli, Inferno. Sì, Inferno, come la cantica dantesca, capolavoro che ha affascinato Daniel Roseberry, Direttore Creativo della Maison, colpito da come la sua storia sia infondo “un’allegoria del dubbio”. Cos’è un abito? E cos’è un gioiello? Qual è la linea che sancisce il confine tra l’uno e l’altro?
«Mentre (Dante) si arrampica più in profondità nell’inferno – scrive Daniel Roseberry – si rende conto di quanto poco sappia davvero: tutti quegli anni, tutta quella vita, eppure rimane in quel “bosco oscuro”, il sentiero che aveva percorso una volta era così sicuramente scomparso dalla vista.» E così, ogni punto saldo viene messo in dubbio. Ogni regola viene stravolta. E assistiamo a una sfilata di colpi di scena che suscitano stupore e quasi “spavento”, come gli animali in peluche, bellissimi tanto da sembrare veri, realizzati con resine, pellicce finte e altri materiali artificiali. Una celebrazione della bellezza degli animali selvatici e probabilmente un inno all’ingegno e alla creatività umana insieme ad una dichiarazione aperta contro la caccia ai trofei.
Ed è con gli animali che Daniel Roseberry ci spalanca gli occhi verso un nuovo concetto di gioiello: potremmo pensare che la lonza, simbolo di lussuria, le cui fauci spiccano sul tubino indossato da Shalom Harlow, sia in realtà il maestoso pendente di un girocollo immaginario. Allo stesso modo, potremmo immaginare che il leone, simbolo di superbia, indossato da Irina Shayk, e la lupa, simbolo di cupidigia, indossata da Naomi Campbell, siano in realtà delle imponenti spille che impreziosiscono di simbolismo e solennità l’abito di velluto e il cappotto a pelo lungo delle due dive. Compare anche il simbolo del serpente ingannatore, che avvolto al collo di chi lo indossa richiama una collana tentatrice.
Gli abiti a colonna, come i gioielli, vedono l’utilizzo di materiali alternativi di spiccata innovatività. Uno degli abiti è stato scolpito in vera madreperla. E le perline che ricoprono una gonna non sono fatte di tessuto bensì di legno, come i gioielli più all’avanguardia.
Potremmo chiederci anche qual è il confine tra corpo e accessorio. Volti dipinti di oro sfilano in passerella indossando occhiali da sole con fori in bronzo, platinato oro. In passerella anche collane in bronzo platinato oro martellato su cui sono montati vetri rotti o Ambra rotta che si confondono con i colori del corpo insieme alle tonalità dell’arancio: a tutti gli effetti colori e forme che richiamano l’inferno dantesco. Ma non solo: gli stessi volti dipinti in oro ritornano anche in dettaglio negli orecchini e borse ancora una volta sottolineando un utilizzo di materiali innovativi. Come la pelle che si accosta a vetri di specchi tagliati su misura. O il volto scolpito sugli orecchini a forma di triangolo dipinti in vernice che richiamano proprio la forma dantesca dell’Inferno al contrario. O come il paio di orecchini a uovo in ottone verniciato nero smaltati a mano con riflessi in oro e avorio che si accostano perfettamente al volto sembrandone una continuazione. «Questa collezione – scrive Daniel Roseberry – è il mio omaggio al dubbio. Il dubbio della creazione e il dubbio dell’intento.» Ma infondo, potremmo chiederci, è davvero necessario risolvere il dubbio?
E poi, il richiamo dell’Inferno all’elemento della paura, e il pensiero sempre fedele a Elsa Schiaparelli. «La sua paura ha permesso il suo coraggio, che suona controintuitivo ma è la chiave del processo artistico. Paura significa che ti stai spingendo a fare qualcosa di scioccante, qualcosa di nuovo.» E infatti, ciò che è certo, è che Schiaparelli ha sempre raccontato una storia nuova e lo ha sempre fatto attraverso lo strumento della provocazione. Con le parole di Daniel Roseberry: «Non sai cosa incontrerai qui, ma sai che la storia sarà diversa ogni volta.»