Letizia Bettoni è la giovane designer che nel 2020 ha fondato il brand Jupiter, ispirandosi a un mondo di colore, vivacità, positività, inclusività. I suoi gioielli sono realizzati eticamente da artigiani orafi nel distretto vicentino, e rappresentano la volontà della giovane imprenditrice di creare un dialogo intergenerazionale all’interno del settore del gioiello.
Qual è stato il percorso che ti ha portata a fondare il tuo brand di gioielli?
Da bambina trascorrevo i pomeriggi realizzando piccole creazioni con cere e plastiline ispirate ai gioielli di mia madre e di mia nonna. Il mio percorso formativo si è diviso tra arte, design e moda: dopo il liceo artistico mi sono diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, e ho poi conseguito un Master allo IED – Istituto Europeo di Design. Conclusi gli studi, il mio sogno era quello di entrare nel dipartimento creativo di qualche grande marchio di moda, ma l’avvento della pandemia aveva momentaneamente sospeso questa prospettiva. Così, dopo alcuni mesi trascorsi in casa, ho deciso di prendere l’iniziativa individualmente, fondando un marchio che riflettesse la mia visione creativa e le mie passioni. Ho disegnato i primi modelli in una settimana ed ho allestito un piccolo laboratorio per lo sviluppo dei prototipi. È così che a giugno 2020 è nato Jupiter.
A cosa si ispira il brand, e qual è il significato del nome Jupiter?
Il nome Jupiter rappresenta il pianeta della fortuna che è associato al mio segno zodiacale. Ho pensato che fosse un buon auspicio per un progetto individuale nato in un momento come quello del lockdown. L’attività del brand è strettamente connessa alla mia vita di tutti i giorni, di conseguenza le fonti di ispirazione sono totalmente eterogenee. Posso ispirarmi al lavoro dei grandi maestri, oppure a incontri fortuiti con oggetti e forme naturali provenienti dal mio quotidiano. Trascorro molto tempo facendo ricerca, concentrandomi su oggetti provenienti dal passato, così come su tendenze emergenti che ancora non hanno assunto una consistenza precisa. Ho una certa ossessione per le forme organiche ed ovviamente per il colore, che per me rappresenta l’elemento primario capace di unire diversi linguaggi stilistici come quello delle arti visive e del design. Per questo sin dall’inizio ho cercato di immaginare le mie creazioni come sintesi tra gioielleria e moda. Per ogni creativo le piattaforme social oggi sono imprescindibili, tuttavia spesso mi piace tornare a fare ricerca sui libri, colleziono riviste di moda e volumi di gioielleria vintage.
I tuoi gioielli rimandano a un’estetica giocosa e vivace. Qual è il messaggio che vogliono comunicare le tue creazioni?
Ho fondato Jupiter con l’obiettivo di comunicare un messaggio positivo ed inclusivo, rivolto ad un pubblico eterogeneo, dal ragazzo che acquista il suo primo gioiello ad una donna confidente con il mondo dell’alta gioielleria ma sensibile alle tendenze del momento. Inoltre, tutte le mie creazioni sono genderless. Il design di Jupiter è riconoscibile per l’uso di linee curve e forme arrotondate che combino ad una ricerca cromatica ossessiva. Penso che il colore sia un tratto particolarmente distintivo della cultura artistica italiana ed allo stesso tempo rappresenti un linguaggio universale, globalmente condiviso e capace di superare le barriere culturali.
Qual è il punto di forza di Jupiter?
Focalizzarsi con originalità sul prodotto rimane il punto di partenza, tenendo sempre a mente che le abitudini stilistiche delle proprie comunità di riferimento sono in continua evoluzione. Sono solita condividere i diversi momenti della creazione di un gioiello con il mio pubblico, attraverso le piattaforme social, dallo sviluppo dei primi design, passando per la prototipazione fino al lancio delle collezioni. Condividere realmente la propria esperienza ed i vari passaggi del processo creativo genera un coinvolgimento autentico. Sin dal lancio di Jupiter ho avuto la fortuna di collaborare con stylists, fotografi ed editors di talento. Penso che il sostegno reciproco sia un valore importante da coltivare per la nostra generazione.
I tuoi gioielli sono realizzati eticamente in Italia da artigiani orafi. Quanto sono importanti per te l’artigianalità del prodotto, l’etica e il legame con il territorio?
I gioielli Jupiter sono prodotti eticamente nel distretto orafo vicentino da artigiani che conservano conoscenze introvabili al di fuori dall’Italia. Come designer sento la responsabilità di offrire un gioiello che sia stilisticamente affascinante ma allo stesso tempo di alta qualità. Penso che sia molto positivo per tutto il settore favorire nuove forme di dialogo intergenerazionale, connettendo la sapienza artigianale cristallizzata nei distretti storici italiani alle nuove visioni creative aperte all’internazionalizzazione ed alla sperimentazione dei giovani designer. La dimensione etica riveste un ruolo cruciale, ognuno di noi deve apportare un contributo nel miglioramento della sostenibilità della filiera, aderendo alle linee guida ed ai codici di condotta che migliorano la circolarità e la responsabilità sociale dei processi produttivi.
Come immagini il futuro di Jupiter? Qual è il sogno più grande?
Immagino il futuro di Jupiter così pieno di emozioni come lo sono stati questi primi anni. Mi piacerebbe far crescere il marchio fino a farlo diventare un brand affermato, che possa creare valore, non solo per me, ma per molte persone. Come designer desidero continuare a realizzare sempre più collezioni, allargando la mia comunità di amici, clienti e partners, provando a trasmettere le stesse sensazioni magiche che provo ogni volta che vedo un nuovo gioiello prendere forma.