Il nome Franco Cologni è simbolo di eccellenza e imprenditorialità italiana di successo in tutto il mondo. Presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, da lui fondata nel 1995 a Milano, Cologni promuove numerose iniziative rivolte specialmente ai giovani, con l’intento di proteggere e sostenere le nuove generazioni di Maestri d’Arte, eccellenze artistiche del comparto manifatturiero. Egli ha inoltre fondato la Creative Academy, scuola internazionale di Design e Creative Management, ed è co-fondatore, insieme a Johann Rupert, della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, organizzazione internazionale con sede a Ginevra il cui impegno è volto alla celebrazione e promozione dell’artigianalità, mediante la creazione di occupazione e il sostegno concreto alla cultura. Sempre a Ginevra, Franco Cologni è fondatore e Presidente del Comitato Culturale della Fondation de la Haute Horlogerie. I progetti e i brillanti risultati conseguiti nel corso della sua carriera sono valsi a Cologni numerosi riconoscimenti: il valore di imprenditore è stato premiato nel 2002, in Italia, con la nomina a Cavaliere del Lavoro, e in Francia gli è valso la nomina a Chevalier de l’Ordre National du Mérite, Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres, e Officier de la Légion d’Honneur. Nel 2017, ha ricevuto il premio Andrea Palladio International Jewellery Award per la categoria “The Lifetime Achievement Award”, in onore dell’indispensabile contributo che Cologni ha offerto al mondo della gioielleria e dell’oreficeria, aprendo nuovi orizzonti e lasciando una traccia indelebile nel settore.
L’eccellente carriera inizia all’Università Cattolica di Milano. “La mia famiglia voleva che facessi l’avvocato. Mi sono iscritto alla facoltà di Lettere Moderne, e da lì in poi ho cominciato subito ad interessarmi all’arte, alla cultura e ai mestieri d’arte”. Cologni ricorda gli anni dell’università e il determinante incontro con Paolo Grassi, il quale nel 1947 fondò insieme a Giorgio Strehler il Piccolo Teatro di Milano. “Da questo momento ho deciso di specializzarmi in Storia del Teatro e dello Spettacolo, e mi sono poi laureato con una tesi su Ugo Betti, poeta e drammaturgo italiano.” Successivamente, diventò redattore per l’Avvenire, specializzato in teatro e spettacolo. “Ero giovane, avevo una forte passione e tante energie. Partecipavo a tutte le prime. Potevo scrivere sulle opere teatrali ancor prima di vederle. Ma il mio interesse, oltre all’opera, era quello di osservare e comprendere la reazione del pubblico. Mi ero appena sposato, e mia moglie lamentava spesso la mia assenza”. Negli anni ’70, Cologni fa un altro importante incontro: quello con Robert Hocq, l’inventore del primo briquet Cartier ovale. “Fu l’inizio della sua fortuna e anche della mia. Da lì iniziai a seguire la meravigliosa storia di Cartier, azienda con cui ho collaborato per ben quarant’anni, fino all’incorporazione del marchio al Gruppo Richemont”, gruppo all’interno del quale Franco Cologni ha ricoperto cariche internazionali importantissime, e nel quale è tuttora presente come Advisor ed esperto di orologeria e gioielleria.
“Qual è il significato di eccellenza?” ho chiesto, consapevole di porre questa domanda a un grande imprenditore che proprio all’eccellenza ha dedicato la sua vita. “L’eccellenza – dice Cologni – è eccellenza. La parola deriva dal latino excellentia, e l’intero campo semantico rimanda a pieno all’essenza di questa parola: unicità, originalità, autenticità. Questi valori sono universali. C’è poi l’eccellenza poetica, che si trasforma in poesia, ma per questa non è sufficiente il poeta, serve che ci sia qualcuno ad ascoltare. L’eccellenza è frutto di un incontro, di conoscenza, di esperienza, di un colpo di fulmine che viene trasformato in amore dal tempo e dalla dedizione”. “Per identificare l’eccellenza nell’artigianalità – prosegue – la vera sfida e il termometro per misurarla, è il segreto di saper creare bene. L’artigiano lavora con la mano ma anche con la testa, con sapienza. La stessa parola artigiano deriva da arte. È artefice del bello, sa dare forma alla bellezza. Occorre quindi una grande competenza.” Nella mostra Mirabilia, del ciclo “Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture” presso la Quadreria di Triennale Milano, Franco Cologni ha dimostrato la sua profonda convinzione sull’importanza e attualità dell’alto artigianato artistico. Attraverso una Wunderkammer di oggetti realizzati magistralmente da artigiani, Maestri d’Arte milanesi.
Oggetti che, per la loro originalità, autenticità e creatività suscitano stupore e meraviglia. “Purtroppo, al giorno d’oggi, specialmente tra i giovani, i mestieri d’arte godono di minore considerazione. Quando ho creato la Fondazione Cologni, erano in pochi a conoscere realmente cosa fossero i mestieri d’arte. Indubbiamente sono stati necessari molti anni perché questo si comprendesse. Oggi abbiamo ottenuto importanti risultati, ma occorre continuare su questa strada e dare sempre nuova forza a un settore così affascinante e fragile allo stesso tempo.”
Il processo artistico, spiega Cologni, “nasce in bottega prima di tutto. Parte dalla formazione.” A tal proposito, confronta la realtà di un giovane laureato con quella di un giovane artigiano o professionista specializzato. “Entrambi i percorsi hanno grande valore. Sono certamente diversi: da un lato c’è la vocazione economica, dall’altro la vocazione creativa. Talvolta la creatività porta ad avere un guadagno minore ma un grande successo e permette di scoprire una realtà unica. Questo è l’artigianato d’arte. Tuttavia – aggiunge – la formazione è fondamentale ma non basta da sola: prima di tutto un giovane artigiano deve essere disposto a dedicare tempo, pazienza, ricerca e sperimentazione al suo lavoro. Il segreto dell’artigiano di successo è trovare qualcosa che non c’è e realizzarlo fisicamente. E poi deve esserci la passione, perché la passione è il segreto della vita”.
La più grande soddisfazione per Cologni si è materializzata nel 1995: “la creazione di una Fondazione dedicata ai Mestieri d’Arte è stata la scintilla che ha permesso di trasformare i miei sogni e desideri.” Il consiglio di Franco Cologni ai giovani che desiderano intraprendere il percorso del mestiere d’arte è quello di sviluppare una forte personalità ed approfondire l’elemento affettivo delle proprie creazioni. Quest’ultimo “non è un colpo di fulmine ma un atto di amore. Certamente è il punto di partenza, ma poi diviene una scelta, da portare avanti tutta la vita. I giovani hanno grandi chances ma devono essere sé stessi, credere in quello che fanno ed essere pazienti. È importante non essere libellule, ma api laboriose”. Cologni conclude con un messaggio di speranza: “da che esiste l’uomo, la vocazione al bello lo ha sempre accompagnato. Pertanto, potrà succedere di tutto, ma l’artigianato artistico continuerà a vivere, per sempre.”