Gianni De Benedettis

Il Grand Tour Virtuale

Introduzione e incontro con Gianni De Benedittis

Durante i mesi più difficili del Covid-19, un lungo lockdown ci ha fisicamente divisi. Il Grand Tour che fino a quel momento mi aveva portata nelle città italiane ad incontrare e conoscere personalmente le storie delle migliori eccellenze del nostro Made In Italy nel settore del gioiello, con l’avvento della quarantena mi ha portata ad una lunga riflessione. Non avevo nessuna intenzione di fermare questo viaggio perché avrebbe significato sminuire l’importanza che ha per me l’arte: libertà. Proprio in quei primi giorni mi è venuta in mente una frase di Marco Aurelio “il saggio stoico è libero in una prigione o in un castello, da schiavo o da re.” Da quel momento mi sono resa conto ancor più fortemente che non avevo più nessun tipo di impedimento, ho ricercato una libertà interiore che mi ha portata a continuare a viaggiare rendendo il Grand Tour virtuale. Attraverso dirette Instagram ho incontrato le migliori eccellenze. A partire dalla fase 1 dell’emergenza ho incontrato diverse eccellenze e sono stati incontri di grande ispirazione.

Con questo viaggio virtuale ho voluto dare un messaggio di positività alle eccellenze italiane: la digitalizzazione che oggi è diventata fondamentale nelle nostre vite, ci ha permesso di continuare a progettare, incontrarci, vederci e confrontarci nonostante una separazione fisica forzata.

Di seguito condivido il taccuino del mio viaggio digitale.

GIANNI DE BENEDITTIS – LECCE

È difficile che i gioielli nei film di Ferzan Ozpetek passino inosservati, vero? Quei gioielli sono di Gianni De Benedittis.

La storia di De Benedittis è una storia che non saprete mai direttamente da lui. È una persona che non ama parlare di sé. A parlare di lui sono i suoi gioielli e tutte le persone che lo ammirano e lo amano in Italia e nel mondo per le sue creazioni e per come esprime la sua arte, in totale rottura degli schemi, seguendo le sue visioni artistiche, senza mai seguire le mode del momento.

Quando intervisto Gianni, è all’interno di una delle sue due boutique a Lecce, il suo negozio showroom in Piazza Mazzini, il cui mobilio con specchi che si aprono e che circondano le clienti è pensato appositamente per farle sentire apprezzate. Inizia mostrando le sue creazioni, una dopo l’altra, riscuotendo grande stupore nel pubblico che lo segue da Tokio, Parigi, Londra e New York. A pochi metri dal negozio, c’è il suo primo laboratorio nato nel cuore di Lecce, dove tutt’ora nascono tutte le sue creazioni. Quando chiedo a Gianni la sua visione in poche parole esprime quel concetto diventato la sua bandiera nel mondo: “per me la creazione è un sentire interiore. E quando un progetto diventa realtà, dentro di sé ne ha già un altro che sta per nascere.”

Le creazioni Futuro Remoto nascono da riflessioni sui temi più disparati, molto spesso legati all’attualità e che invitano sempre a riflessioni personali. Gianni mostra al pubblico un paio di orecchini ear cuff della collezione Carnivorous realizzati in oro e diamanti. “Carnivorous nasce dall’idea che oggi viviamo tutti in una dimensione che ci porta a divorare qualsiasi cosa velocemente: le nostre idee, la nostra vita senza soffermarci a pensare. Oltre a questo mi piaceva l’dea di poter realizzare qualcosa che in natura mi ha sempre affascinato come le piante carnivore.” La sua brillante curiosità lo ha sempre portato a desiderare di conoscere le cose più sottili e nascoste ed investigarle attraverso le sue creazioni. Da bambino sognava di essere rapito dagli extraterrestri “sono sempre stato affascinato dall’idea di conoscere l’ignoto ed attratto dai film sul futuro” ed è dalla sua infanzia, che lui definisce felicissima, che nasce una collezione di gioielli dedicati alle forme di vita ultraterrene. L’anello IT’S ME, uno dei suoi pezzi preferiti. Il volto di un extraterrestre realizzato manualmente in argento brunito e pavé di diamanti e rubini. Poi prende tra le mani un bracciale in oro dalla forma circolare alla cui sommità si muove una navicella spaziale. Gianni continua a parlare della sua infanzia sorridendo “sono molto simile al bambino che ero, non ho mai avuto niente da dimostrare agli altri, ho sempre voluto dimostrare tutto a me stesso. È per questo che a 28 anni sentivo un nodo alla gola, sentivo il desiderio di esprimermi e di realizzarmi in ciò che più amavo. E dopo avere concluso gli studi in arte orafa a Firenze, Manchester e Padova accanto a Francesco Pavan e Graziano Visintin, ho vinto il concorso WHO’S ON NEXT di Vogue e Altaroma”. La cosa che colpisce di Gianni è anche la sua attenzione verso gli altri. Non c’è ricordo nel quale non menzioni un amico con il quale ha condiviso quei momenti. “Le persone, i rapporti, sono molto importanti”.  Gianni pur essendo un grande artista la cui arte è riconosciuta da tutti, ha la capacità di farti sentire unico e di comprendere perfettamente quale sia il gioiello più adatto per te. Sono infatti tantissime le clienti che gli scrivono durante la diretta Instagram e che lui saluta una per una. “I gioielli sono fortemente legati alla personalità di una persona e hanno un importante valore intrinseco ed emozionale”.

La sua sensibilità lo ha portato negli anni ad essere anche mecenate verso le giovani generazioni di talenti con il Futuro Remoto Award.  Quando chiedo a Gianni che consiglio darebbe ai giovani risponde sorridendo: “consiglio di non ascoltare nessuno, questo è un mondo che deve sempre essere aggiornato con nuove idee.” L’eccellenza di Gianni non risiede solo nella sua visione e nelle opere realizzate con una maestria che lo rende unico, ma anche dal legame profondo con il suo territorio, dal quale non ha mai smesso di trarre ispirazione. “Devo tutto alla mia città e alla mia terra.” Gianni mostra l’anello fotovoltaico in oro e rubini. “Io chiamo questo anello, l’anello denuncia. Con questo pezzo ho voluto testimoniare il momento nel quale ho visto riempirsi il territorio salentino di pannelli solari che ne hanno inevitabilmente modificato il territorio”. Ha realizzato gioielli sonori ispirati ai tipici tamburelli salentini e ciondoli a forma di pumo. “Il pumo è il nuovo che nasce, è ispirato al bocciolo di una rosa che sta per fiorire, in antichità era legato al fiore del cappero. Questo invece è l’anello battente, ispirato alle maniglie dei portoni dei palazzi di Lecce e dei paesi adiacenti.”

Resto colpita da una celebre citazione pubblicata da Gianni nei giorni più difficili dell’emergenza Covid-19 “I was made to rule the darkness”. Non c’è proprio niente che possa intimorire chi come De Benedittis vive nel bello, che quel bello lo ha nel cuore e nella mente e che riesce ogni giorno a trasformarlo in realtà.