Intervista ad Alice Alessi
Alessi Domenico rappresenta un’eccellenza italiana nata a Bassano del Grappa nel 1946 dal desiderio di sognare di un giovane orafo artigiano, Domenico. Dal laboratorio nato nel Dopoguerra l’azienda è diventato un gruppo internazionale, rimasto profondamente legato a quel desiderio di sognare in grande e al territorio. Alice Alessi, quarta generazione della Famiglia, ci conduce alla scoperta dell’azienda, dove artigianalità, ricerca, innovazione si fondono per dare vita a creazioni di eccellenza, oggi presenti in tutto il mondo. Un successo che deriva da una filosofia in cui la persona e la nobiltà del suo lavoro sono sempre messi al centro.
La vostra è una storia di Famiglia. Quanto è importante il valore della Famiglia, e quanto sono determinanti i passaggi generazionali per il successo a lungo termine di una realtà come la vostra?
La Famiglia è uno dei valori fondanti dell’azienda. È sempre stato molto importante per noi valorizzare il contributo delle diverse personalità della Famiglia, attraverso le varie generazioni. Ognuno di noi ha apportato un valore aggiunto unico. Alessi Domenico nasce dalla capacità di sognare di mio bisnonno Domenico. Mio nonno Giovanni era un esteta e ha creato un senso di azienda al cui interno tutto è funzionale (la fontana posta all’esterno dell’azienda nasce per esempio per raffreddare i forni di produzione) come la comunicazione tra i diversi reparti, che deriva da una profonda riflessione e conoscenza del settore. Mio nonno e poi mio padre hanno portato l’azienda ad una vocazione internazionale e superato tutti i confini. Mio padre e i suoi fratelli hanno poi condotto l’azienda ad un ulteriore sviluppo, creando il progetto industriale, e anche noi come quarta generazione sentiamo di aver contribuito e contribuire ad un passo avanti di Alessi Domenico, consolidando il gruppo sempre più come brand pur restando fedeli alla nostra autenticità e identità familiare. I passaggi generazionali sono sempre dei momenti importanti e delicati a cui bisogna essere preparati ancor prima che avvengano. Io e i miei fratelli Filippo e Tobia abbiamo avuto la fortuna di essere stati sostenuti e supportati con attenzione e dedizione da una figura speciale, mio padre, ancora oggi colonna portante dell’azienda. Il nostro percorso è iniziato fin da bambini, quando abbiamo iniziato a conoscere da vicino ogni aspetto e processo dell’azienda, immergendoci completamente e con passione in quella che per noi era ed è casa. Grande merito lo dobbiamo a mio fratello Filippo che, entrando prima di me e mio fratello Tobia, ha contribuito ad una importante riorganizzazione aziendale.
Oltre alla Famiglia, quali sono i valori che hanno sempre contraddistinto l’azienda fin dalla sua fondazione?
Tra i valori che ci hanno sempre contraddistinto, l’artigianalità, l’attenzione alla persona, la trasparenza, la ricerca costante dell’eccellenza e del miglioramento, sotto ogni aspetto, dai processi produttivi alla comunicazione. Quest’ultima ha grande importanza, perché permette di creare condivisione e poi coinvolgimento, e solo attraverso il coinvolgimento si fa sì che tutti coloro che lavorano in questa azienda, che è per noi come una grande famiglia, si sentano pienamente partecipi della strategia aziendale, e lavorino come team per raggiungere tutti insieme gli obiettivi comuni. Inoltre, un valore importante di Alessi Domenico è quello di avere da sempre una visione e un’identità molto forti: conosciamo bene la nostra storia, sappiamo da dove siamo partiti, e questo ci permette di non perderci mai e avere ben chiaro dove vogliamo arrivare.
Quali sono i punti di forza che hanno permesso ad Alessi Domenico di diventare una realtà unica sul panorama nazionale ed internazionale?
Come si suol dire, “l’unione fa la forza”, e noi come azienda siamo sempre stati forti di una grande unione familiare. Questo ci ha permesso di affrontare negli anni molti cambiamenti vedendoli come opportunità e non avendo paura di metterci in discussione. Abbiamo tratto forza anche dalla capacità di pensare strategicamente, nel breve e lungo termine, senza smettere mai di imparare e avendo consapevolezza dell’importanza del lavoro di squadra. Le decisioni devono essere sempre prese insieme, in condivisione con le persone che lavorano con noi e con cui collaboriamo, ognuna delle quali è indispensabile per raggiungere gli obiettivi comuni.
Chi ti ha trasmesso questa chiara visione?
Sicuramente mio padre ha trasmesso a me e ad i miei fratelli una grande cultura aziendale e una grande passione, oltre che il senso del sacrificio. Osservando lui ho capito che la dedizione e l’impegno costante sono la chiave del successo. Anche mio nonno è stato un grande maestro. Tutto è avvenuto in modo molto naturale: sono cresciuta in questa azienda come se fosse casa mia, e ho assorbito fin da subito i suoi valori. I miei fratelli mi ispirano ogni giorno. Ognuno nelle proprie aree e con le proprie differenti competenze riusciamo a completarci.
E il legame con il proprio territorio e la tradizione ad esso legata? Quanto influisce sulla creatività e sulla identità dei gioielli?
Il nostro territorio contribuisce moltissimo alla nostra identità e all’identità delle nostre creazioni. La nostra storia nasce dopo la Seconda Guerra Mondiale, in un momento storico difficile in cui Bassano del Grappa era stata duramente colpita, ma ci ha permesso comunque di affondare le nostre radici. Dopo quasi ottant’anni siamo ancora qui, sentendo Bassano come casa. Siamo stati il primo marchio attivo nel distretto di Vicenza, e non abbiamo mai abbandonato il nostro territorio perché questo avrebbe significato snaturare chi siamo. Conserviamo ancora alcuni appunti del nostro bisnonno, dove annotava le sue idee su catene come Herringbone, nate proprio qui e che oggi da Bassano del Grappa sono presenti in tutto il mondo.
Qual è il credo che comunicate al mondo e in cui coinvolgete le persone che lavorano all’interno dell’azienda?
Qui ad Alessi Domenico noi crediamo che, ancora prima del business, tutto nasca dalla relazione umana e dalla fiducia. Per questo diamo grande importanza al team, ai collaboratori, ai clienti, che per noi sono famiglia. Le persone sono al centro di tutto, l’azienda deve rappresentare un’orchestra all’interno della quale ognuno si esprime in armonia, e questa è una filosofia che abbiamo a cuore e che vogliamo mantenere anche in futuro. Per questo cerchiamo di coinvolgere le persone attraverso una comunicazione sempre trasparente e diverse iniziative. Per esempio, in ogni aula abbiamo inserito dei communication flows, dei charts che permettono ad ogni ufficio di comunicare ciò che ritiene importante, aiutandoci così a condividere continuamente le idee di tutti su ogni aspetto aziendale. Lasciamo sempre spazio al feedback della persona. Nel nostro sito c’è un’area riservata dove clienti e operatori possono entrare e interagire, trovando tutte le informazioni necessarie in una logica di assoluta trasparenza. Abbiamo dei veri e propri “diari di bordo”, è come se fossimo tutti insieme su una nave, uniti verso un’unica destinazione.
Quanto sono importanti per Alessi Domenico gli operai e gli artigiani specializzati che contribuiscono a dare vita alle catene e ai vostri gioielli, e in che modo è valorizzata l’artigianalità delle creazioni?
Per noi la risorsa umana è tutto, e cerchiamo sempre di darle grande valore. Credo che sia fondamentale porre al centro gli operatori specializzati e gli artigiani, perché il loro lavoro è importante e bellissimo, e purtroppo si corre il rischio di perdere il know-how artigianale che spesso non viene adeguatamente trasmesso. Abbiamo voluto dare grande risalto all’artigianalità anche attraverso la collezione Dinasty. In questo momento in Italia esistono solo due professionisti della vecchia scuola specializzati nell’incastonatura a microscopio, e sono nostri collaboratori, che stanno formando nuove risorse internamente. Il nostro impegno è valorizzare la figura dell’artigiano come colonna portante dell’azienda e trasmettere alle nuove generazioni questo valore attraverso un impegno volto alla continua formazione.
Al giorno d’oggi le aziende riscontrano sempre più una carenza di giovani artigiani. Nella vostra azienda, come riuscite ad attrarre e far restare i giovani?
Questo è sicuramente un tema molto importante e sentito. Abbiamo avuto la grande fortuna di avere sempre avuto al nostro fianco nel team persone che hanno lavorato con noi per tanti anni, di cui abbiamo coinvolto anche le famiglie, per cui oggi lavoriamo insieme ai figli e speriamo di continuare a lavorare con i figli dei figli. Abbiamo sempre cercato di migliorare la nostra comunicazione nel trasmettere le emozioni che questo lavoro può offrire, e siamo molto impegnati nell’investire sulle figure junior, offrendo loro una continua formazione. Desideriamo che chi lavora con noi si senta supportato, al sicuro, a casa, e che abbia un forte potenziale di crescita. Proprio per questo all’interno dell’azienda è presente una figura apposita che si occupa proprio di comunicare con tutti i collaboratori, assicurandosi della loro soddisfazione e di raccogliere sempre i loro feedback e le loro necessità.
Le nuove collezioni Dinasty e A1 sono state ideate nel nome dell’innovazione. Vuoi raccontarci di più sulla loro unicità?
L’unicità di Dinasty e A1 parte dalla loro nascita, che ha rappresentato il nostro vero primo passo in ottica di brand. Abbiamo pensato: “da qui nasce una nuova storia.” Quando abbiamo ideato A1, abbiamo scelto di lavorare con delle galvaniche brevettate che non erano mai state utilizzate prima d’ora nel mondo della gioielleria. L’argento si combina a un metallo prezioso come il rutenio, fondendo così mondi e gusti lontani tra loro, che si declinano in finiture diverse high tech ed esclusive che possono avere un touch lucido, opaco o spazzolato a mano. Uno dei bracciali, per esempio, presenta la pelle, un materiale nuovo per noi. Questa collezione ci ha divertito e dato grande gioia. Dinasty è la linea a cui sono più affezionata. Nasce dalla creatività di noi tre fratelli insieme a mio padre. La collezione ha una grande particolarità che la rende assolutamente innovativa: unisce il mondo orafo della catena fatta a macchina a quello dell’artigianalità dell’alta gioielleria, fondendo così due universi con logiche e visioni diverse, con un risultato sorprendente. Il passaggio che più mi affascina è proprio questo: il momento in cui la catena, concluse le lavorazioni a macchina, dal reparto diamantatura, viene consegnata nelle mani degli artigiani incastonatori che incassano uno ad uno i diamanti sulle catene al microscopio. In quel momento magico la catena diventa un vero e proprio pezzo unico, che è Dinasty. Questo progetto ha visto tutti i collaborati dell’azienda uniti verso un’unica direzione, portando la catena a uno sviluppo del tutto nuovo che è stato accolto con entusiasmo dal mercato, riempendoci di soddisfazione.
Quali sono le più importanti sfide per il futuro dell’azienda?
La nostra sfida più importante per il futuro è consolidare il brand senza mai alterare la nostra identità e la nostra storia. Il nostro obiettivo è rimanere sempre fedeli a ciò che siamo, andando al tempo stesso a creare un’identità forte del brand che sia altamente riconoscibile, a partire da aspetti tecnici del prodotto.